Protagonisti in questo progetto sono la Luce e lo Spazio.
Nasce dapprima come una rivisitazione della "Chiesa della Luce" di Tadao Ando, prendendo come punti di riferimento i giochi di luci che l'architetto Giapponese riesce a creare, per poi evolversi in una semplice Croce Greca formata da quattro "Corridoi".
Il Secondo corridoio ha il nome di "Elements", proprio per dare valore a singoli semplici elementi che posti in sequenza e con precisione riescono a dare la sensazione quasi di soffocamento.
Il Terzo corridoio "Wound", vuole anche qui, rendere protagonista la luce che filtra da una feritoia sul muro, e abbagliare l'occhio umano.
Il Quarto Corridoio "Re-IPOcle", vuole essere un tributo all'artista Turco Candaş Şişman, che grazie all'utilizzo di semplici specchi e vetri, riesce a rendere la Luce protagonista indiscussa nelle sue realizzazioni.
La realizzazione "Wireframe" posta al centro della Croce è stata riprodotta sotto gentile concessione di Antonio Natoli, rappresenta anch'essa una croce greca, ottenuta mediante calcoli matematici, con l'ausilio di software parametrici, ed è formata da maglie triangolari.